I tumori maligni dell'esofago, dello stomaco e del duodeno, in virtù della loro natura, prevedono, quando possibile, una terapia chirurgica. Questi tumori in alcuni casi si manifestano con l'emissione di feci picee (melena) che si realizza in caso di neoplasie sanguinanti, spesso però la sintomatologia è molto vaga (dolore epigastrico, disturbi della digestione) e vengono scoperti occasionalmente.
La diagnosi di sospetto viene confermata con lo studio endoscopico (esofago-gastro-duodenoscopia - EGDS) che consente anche di eseguire delle biopsie in modo di verificare la natura della lesione.
L'intervento chirurgico consisterà nel resecare il tratto di organo che comprende la neoplasia di una lunghezza sufficiente ad avere un buon margine di tessuto sano ed il normale transito gastro-intestinale sarà consentito grazie ad una sutura con l'intestino.
Nei tumori maligni gastrici, in base alla localizzazione, lo stomaco potrà essere asportato parzialmente (gastrectomia parziale) oppure in toto (gastrectomia totale). In seguito all'intervento, soprattutto in caso di gastrectomia totale, il paziente dovrà seguire un'alimentazione "frazionata" (pasti piccoli e frequenti), per evitare il rischio di precoce ripienezza dopo i pasti.
Per quanto riguarda i tumori maligni del duodeno, a causa della particolare localizzazione anatomica di quest'organo, spesso è necessario eseguire un intervento più demolitivo che comprenderà anche la resezione del pancreas, di parte dello stomaco e della via biliare, anche in questo caso la continuità digestiva e bilio - pancreatica sarà ripristinata attraverso tre diverse suture con l'intestino.
Nei casi di neoplasie avanzate, potrà essere necessario eseguire una chemioterapia (radio - chemioterapia per i tumori dell'esofago) prima dell'intervento in modo da ottenere una riduzione della massa tumorale ed aumentare così le possibilità di eseguire una chirurgia radicale.
Nei pazienti in cui lo sviluppo della lesione è tale da determinare un ostacolo alla normale alimentazione, è possibile posizionare degli "stent" per via endoscopica che consentono di mantenere pervio il lume del viscere.
In alcuni casi potrà essere necessario eseguire la chemioterapia anche successivamente all'intervento per minimizzare il rischio di recidiva nel tempo e di metastasi a distanza.
Ultima Modifica: 29/02/2012