I polipi sono rappresentati da formazioni che si aggettano nel lume intestinali e si localizzano principalmente al colon. Generalmente sono tumori benigni che derivano dalle ghiandole dell'intestino (adenomi) ma è sempre necessario eseguire una biopsia per definirne la natura. In alcuni casi infatti le cellule possono aver subito delle modificazioni che preludono allo sviluppo di un tumore maligno (polipi displastici). Possono essere singoli o multipli. Esistono inoltre delle rare malattie genetiche, a carattere familiare, caratterizzate dallo sviluppo di polipi in tutto il colon e talvolta anche in altri organi (poliposi congenite).
I polipi intestinali, soprattutto se singoli e di minute dimensioni, sono per lo più asintomatici e vengono di solito scoperti occasionalmente come ad esempio nel corso di programmi di screening.
Nella maggior parte dei casi queste formazioni polipoidi possono essere asportate endoscopicamente nel corso della colonscopia ed in base al risultato dell'esame istologico sarà stabilito il successivo iter di controlli endoscopici oppure se c'è indicazione ad eseguire un intervento chirurgico, come nel caso dei polipi gravemente displastici o con focolai di trasformazione maligna (adenocarcinomi).
I diverticoli intestinali sono delle estroflessioni delle pareti del viscere che si localizzano principalmente a livello del colon sinistro e del sigma. Diventano sintomatici in seguito a fenomeni di infiammazione caratterizzando il quadro della diverticolite che si manifesta con dolori addominali associati a febbre e modificazioni dell'alvo (chiusura dell'alvo alle feci, diarrea o alternanza di questi due stati). Il trattamento di scelta della diverticolite è di tipo medico e prevede cicli di antibiotici eseguiti mensilmente. Nei casi più gravi di diverticolite acuta può essere necessaria l'ospedalizzazione con l'esecuzione di terapie antibiotiche e reidratanti per via endovenosa.
La terapia chirurgica è indicata nei casi di malattia refrattaria al trattamento medico o qualora insorgano delle complicanze come la perforazione e gli ascessi diverticolari. In questi casi generalmente l'intervento viene seguito in regime di urgenza e prevedrà la resezione del tratto di itestino interessato della lunghezza tale da ottenere un buon margine di tessuto sano. Talvolta non è prudente eseguire una sutura tra i due monconi intestinali per ripristinare la continuità digestiva (anastomosi) perché in queste situazioni vi è un elevato rischio di contaminazione batterica che compromette la cicatrizzazione delle anastomosi. Si confezionerà, pertanto, una "stomia" ossia un ano artificiale - nella maggior parte dei casi temporaneo - abboccando un tratto di intestino alla cute attraverso il quale fuoriesce il contenuto intestinale. L'intervento di ricanalizzazione intestinale con la realizzazione dell'anastomosi, quando possibile, sarà eseguito successivamente in un tempo variabile, a seconda dei casi, da due a sei mesi.
Ultima Modifica: 29/02/2012